Negli anni passati l’incidenza della legionellosi in Italia è stata pari a 51,9 casi per milione di abitanti. Un dato, quest’ultimo, in costante aumento negli ultimi trent’anni.
Di prevenzione della legionella si parla soprattutto in estate. Perché?
La risposta è semplice.
L’aumento delle temperature e la maggiore umidità creano l’ambiente ideale per la proliferazione di questo batterio, favorendo la contaminazione ambientale. Ecco spiegato il motivo per cui la legionella si può trovare, tra gli altri, negli impianti industriali dotati di torri di raffreddamento e nelle acque di condensazione degli impianti di climatizzazione. Non è, tuttavia, solo una questione di temperatura. Tra i fattori che aumentano il rischio di legionella ci sono anche incrostazioni di tubi e impianti, così come il ristagno di serbatoi e la presenza di sedimenti.
Oltre al Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, il principale riferimento normativo in tema di legionella sono le Linee guida ufficiali rilasciate dal ministero della Salute. Il documento stabilisce l’obbligo di un protocollo di controllo per tutte le strutture potenzialmente a rischio legionella. Tra gli argomenti affrontati dalle linee guida per la prevenzione della legionella troviamo la sorveglianza e indagine epidemiologica e i metodi di prevenzione e controllo della contaminazione del sistema idrico. Per evitare la contaminazione negli impianti, vanno messe in pratica tutte le attività suggerite dagli esperti. In primis, il campionamento dell’acqua e l’analisi di laboratorio per la ricerca della legionella. Qualora il campionamento risultasse positivo, andranno previsti interventi di bonifica a seconda della carica batterica.
In cosa consiste un trattamento anti-legionella?
Un trattamento anti-legionella si può definire come un intervento mirato a contrastare la proliferazione del batterio all’interno degli impianti di una qualsiasi struttura. Nel caso di una contaminazione in corso è indispensabile agire tempestivamente con interventi di bonifica e ripristino degli impianti contaminati, i cosiddetti interventi shock. In condizioni normali, invece, e nell’ottica di prevenire una potenziale contaminazione è necessario pianificare una corretta gestione degli impianti e, se necessario, trattamenti di disinfezione che assicurino l’assenza del batterio.